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Agroalimentare: acquisti fermi in Italia, a trainare la domanda è l'export
Roma, 4 novembre 2010
Nel terzo trimestre 2010 i consumi alimentari domestici non mostrano segnali di ripresa. È quanto emerge dall'indice destagionalizzato Ismea delle quantità acquistate (definitive fino ad agosto, stimate per settembre) che segna un -0,4% sull'analogo periodo dell'anno scorso, dopo il - 0,8% registrato nel secondo trimestre e il +0,7% dei primi tre mesi dell'anno.
Complessivamente nei primi nove mesi del 2010 si stimano consumi domestici alimentari pressoché stabili, con un -0,2% sullo stesso periodo del 2009, mentre la spesa continua a diminuire per effetto anche della riduzione dell'1,3% dei prezzi medi al consumo.
Il dato complessivo sui volumi di acquisto nasconde, tuttavia, al suo interno, dinamiche molto differenti da settore a settore. Le carni bovine e i vini e spumanti registrano nei primi nove mesi del 2010 un calo rispettivamente del 4,2% e del 3,6%, confermando il trend negativo del 2009. La dinamica flessiva dei consumi rilevata del 2009 si arresta invece per i derivati dei cereali (+0,5%) e cede il passo alla ripresa per l'olio d'oliva (+1,9%) e per le carni suine e i salumi (+0,8%). Il buon andamento dello scorso anno viene confermato per latte e derivati (+0,9%) e carni avicole (+0,6%), mentre subisce una battuta d'arresto per prodotti ittici (-1,1%), per gli ortaggi (-0,1%) e per la frutta (-0,4%).
Entrando poi nel dettaglio delle singole voci di prodotto, emergono tendenze già riscontrate, su cui convergono fattori sia di tipo strutturale, connessi ai diversi stili di vita delle famiglie, che portano a privilegiare prodotti con un elevato contenuto di servizio e facilità d'uso, sia di tipo congiunturale, connessi ad una maggiore attenzione del consumatore al fattore prezzo.
Tra i prodotti maggiormente premiati dai consumatori italiani, che hanno ossia evidenziato tassi di crescita maggiori nei volumi acquistati nel periodo gennaio-settembre 2010, spiccano gli ortaggi di IV gamma (+10,2%), i sostituti del pane (+3,8%), lo yogurt (+3,5%), il latte fresco (+3,2%), il Grana Padano (+2,9%), i prodotti per la prima colazione e i dolciumi ( +2,9%), il pollo (+2,7%) e l'olio extravergine di oliva (+2,4%). Decisiva per alcuni prodotti la politica di ribasso dei prezzi come nel caso dell'olio extravergine di oliva (-6,4% la flessione del prezzo medio al consumo) e dello yogurt (-6,2%). In generale, comunque, si osserva che la dinamica positiva dei consumi è accompagnata quasi sempre dalla riduzione dei prezzi medi al consumo, fa eccezione il Grana Padano che continua a manifestare dei rialzi ( +4,2% sempre nei primi nove mesi del 2010).
A trovare meno spazio sulla tavola degli italiani sarebbero, invece, secondo l'indice Ismea, le carni fresche bovine ( sia vitello che bovino adulto) la cui flessione, come già accennato a livello di dato aggregato, è stata molto significativa ( -4,9% sempre nel periodo gen-sett. 2010), il pesce fresco (-3,8%), la pasta di semola ( -2,4%), il pane (-2,3%), i vini Doc, Docg, Igt e comuni (-1,8%) e gli ortaggi e legumi freschi (-1,7%).
Dal lato dei canali di vendita, per i primi nove mesi del 2010 la dinamica tendenziale dell'indice degli acquisti appare positiva per la GDA nel complesso. I supermercati e ipermercati segnano un +0,5% ma vedono la loro quota di mercato ferma al 70% ormai dal 2007. Particolarmente premiati risultano i discount che hanno raggiunto una quota pari al 6,5% sul totale degli acquisti, grazie alla competizione giocata sul prezzo e le superette "di prossimità", la cui incidenza è tornata a crescere fino a raggiungere l'attuale 4,6%. Non si arresta, invece la crisi del dettaglio tradizionale.
Sul fronte dell'export arrivano le notizie migliori per l'agroalimentare italiano che mette a segno un +9,3% nei primi 6 mesi del 2010. Per i prodotti più rappresentativi del Made in Italy, i primi sei mesi dell'anno hanno segnato una crescita dei flussi in valore del 7,5%. Tutti i comparti hanno evidenziato un miglioramento, ad eccezione della pasta e del riso. In particolare significativi balzi in avanti delle vendite oltre frontiera sono state registrate dai vini (+8,6%), frutta fresca (+7,3%), formaggi e i latticini (+15,3%), prodotti dolciari (+18,5%), olio di oliva (+13,5%), carni suine preparate e salumi (+13,5%).
Ismea - UO comunicazione
Enrica Ruggeri, Vanna Sportelli, Andrea Festuccia, contatta via mail
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