Negli ultimi decenni la crescita del commercio mondiale è
stata costante, se si escludono i periodi della crisi economica del 2008 e
della pandemia di Covid-19 del 2020. Questa dinamica positiva è da ricondurre
non solo ai processi di liberalizzazione commerciale, alla riduzione dei costi
di trasporto e di comunicazione e alla differenziazione dei gusti dei
consumatori, ma anche alla crescente frammentazione internazionale delle
produzioni che ha portato con sé la necessità di scambiare enormi quantità di componenti
intermedi (beni e servizi) la cui produzione è andata a collocarsi in paesi
diversi allo scopo di sfruttare specifici vantaggi economici e logistici.
Questa divisione dei processi produttivi dei beni in fasi e impianti collocati
in paesi differenti ha dato luogo allo sviluppo delle già richiamate Catene
Globali del Valore (CGV).
A differenza del commercio nella sua descrizione tradizionale, le CGV
comportano flussi di scambio di input intermedi tra paesi, necessari a produrre
i beni finali; un flusso che negli ultimi decenni è cresciuto molto più di
quello degli stessi beni finali, fino a costituire la maggior parte del
commercio mondiale.
Nel rapporto "Le Catene Globali del Valore nel settore
agroalimentare" realizzato dall'ISMEA nell'ambito del Programma Rete
Rurale Nazionale (Piano 2023-24 - Scheda Progetto 10.1 Internazionalizzazione)
vengono analizzate le caratteristiche delle CGV relative al settore agricolo e
alimentare dei principali paesi UE e la loro evoluzione nel tempo, ed
è stato possibile tracciare alcune interessanti evidenze sulla partecipazione e
il posizionamento dell'Italia nelle CGV.