Lo scenario che si è delineato dal 2020 in poi è quello dell'incertezza e del disorientamento determinati da cambiamenti inattesi, nonché della preoccupazione per il clima di turbolenza internazionale, sotto la pressione dell'inflazione e dell'impennata dei costi, ma pure per il susseguirsi di eventi meteorologici estremi e per l'atteggiamento dei consumatori, tesi a ricomporre il proprio paniere alimentare.
Sono questi alcuni dei principali sentimenti che le cooperative di minori dimensioni hanno evidenziato nell'ambito dello studio svolto nel 2023 da ISMEA "Resilienza e strategie di sostenibilità delle piccole e medie cooperative agroalimentari nel medio-lungo termine di fronte agli shock dei mercati di approvvigionamento sulle piccole e medie cooperative agroalimentari". Ma, pur in presenza di tante incognite per il futuro, la gran parte delle cooperative ha resistito alle difficoltà degli ultimi anni, mostrando una significativa energia di reazione, evidenziando anche la consapevolezza che la capacità di saper innovare e rinverdire è di fondamentale importanza. Ecco allora l'impegno - nei limiti delle loro risorse e dei vincoli posti dalle materie prime raccolte dai soci - per rendere più appetibile l'offerta.
Si percepisce anche un notevole fermento verso i mercati esteri, talvolta frenato da risorse che non permettono di affrontare l'oltre confine con il dovuto respiro. Su un piano più operativo, lo studio svolto ha posto in evidenza che, in questa fase, la politica di prezzo della cooperativa viene più che mai costruita con un surplus di attenzione al socio e ai suoi costi, senza però poter sfuggire alle logiche del mercato. La revisione dei listini indotta dai costi crescenti trova barriere in specie sul versante della Gdo, e non di rado si legge l'inquietudine per la frenata delle vendite che dalla lievitazione dei prezzi può derivare. In linea generale, molto importante è la tendenza verso una maggiore professionalità del management e verso la ricerca di economie di scala e della possibilità di affrontare mercati più ampi. Ma rispetto a fusioni e incorporazioni, sono più frequenti i casi di cooperative orientate a partnership e collaborazioni di vario genere: meno impegnative e meno vincolanti.
Proprio la formazione di partnership può essere un fattore chiave anche per migliorare l'accesso al credito. Il segmento che risente maggiormente della riduzione dei prestiti è quello delle piccole imprese, a causa di una maggiore selettività nella concessione dei finanziamenti, mentre per le medio-grandi imprese prosegue l'andamento in crescita. Per quanto riguarda gli investimenti, negli ultimi anni, le cooperative agroalimentari hanno affrontato significativi investimenti con l'obiettivo duplice di assicurare l'efficienza e la sostenibilità delle loro attività, oltre a promuovere la conoscenza delle produzioni tra i consumatori.
Lo studio riporta anche interessanti case-history, come quella di una cooperativa biologica nelle Marche che, per sostenere il nuovo piano industriale, ha programmato una serie di incontri-conferenza nei quali i relatori sono docenti universitari e tecnici della cooperativa stessa: gli incontri hanno l'obiettivo di raccogliere adesioni di nuovi soci sovventori