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Roma, 9 giugno 2022
Fiducia ai minimi in agricoltura, mai così bassa nemmeno durante il Covid
Il caro materie prime ed energia deprime la fiducia delle
imprese del settore agroalimentare italiane. È quanto emerge da un'indagine
Ismea condotta ad aprile sul suo panel, costituito da un campione di 795 imprese agricole e 586 industrie di
trasformazione, e contenuta nel report "I costi correnti di produzione
dell'agricoltura: dinamiche di breve e lungo termine, effetti degli aumenti dei
costi e prospettive per le imprese della filiera" appena pubblicato.
Ad esprimere maggiori preoccupazioni sono soprattutto le
imprese del settore primario, dove l'indicatore che misura il sentiment delle
aziende sintetizzando i giudizi su affari correnti e prospettive a breve
termine ha registrato una brusca riduzione, scendendo addirittura sotto i
livelli dei primi due trimestri del 2020, corrispondenti all'esordio del Covid
e alla fase più acuta dell'emergenza pandemica.
L'indice di fiducia ha interrotto il progressivo e rilevante recupero
messo in atto nel 2021, posizionandosi mediamente su un valore di -10,6 (in una
scala di valori tra +100 e -100), con punte particolarmente negative per la
zootecnia da carne (-25,3) e da latte ( -13,7).
Anche per i seminativi la fiducia si colloca su valori
inferiori alla media, mostrando un crollo rispetto al trimestre precedente,
inferiore per intensità solo a quello registrato dalla zootecnia da carne.
Tra
tutti comparti solo la vitivinicoltura e le coltivazioni legnose riescono a
mantenersi su terreno positivo seppur con un marcato deterioramento dei giudizi
su base congiunturale.
Dalle risposte raccolte, emerge che le difficoltà riscontrate
dalle imprese agricole in questo primo scorcio d'anno non sono per la
maggioranza attribuibili ad un andamento negativo del fatturato, quanto alle
problematiche dal lato dei costi e dell'approvvigionamento. Per i due terzi
delle imprese il fatturato nel periodo gennaio-marzo 2022 non risulta
peggiorato, anche se il confronto avviene con il primo trimestre del 2021
contrassegnato dalle restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria del Covid-19.
La stragrande maggioranza delle imprese
agricole intervistate sostiene di aver incontrato delle difficoltà nella
gestione dell'attività aziendale negli ultimi tre mesi a causa
prevalentemente dell'aumento dei costi correnti, ma anche delle condizioni
meteo avverse, di problemi per la ricerca di personale e difficoltà nel
reperimento di materie prime, in particolare fertilizzanti, imballaggi e
materiali di consumo.
L'aumento dei costi correnti, in particolare, risulta aver condizionato l'attività
aziendale di oltre l'80% delle aziende zootecniche da latte intervistate, il
74% di quelle zootecniche da carne e altrettanto per i produttori di uova e
miele, mentre quasi la totalità del campione (91%) ha dichiarato di aver subito
un aumento delle spese totali per l'acquisto dei mezzi di produzione.
A pesare
è stata soprattutto la bolletta energetica, seguita dal gasolio, fertilizzanti
e mangimi. Per contenere l'impatto dei maggiori
costi, circa un terzo delle aziende ha modificato le scelte gestionali,
ottimizzando l'utilizzo di alcuni input, rivedendo il piano colturale e, per quanto
riguarda gli allevamenti soprattutto da latte, cambiando la formulazione delle
razioni alimentari. Quasi la metà del campione si è dichiarato invece
intenzionato a ridurre in futuro la dipendenza energetica prevalentemente
investendo nella costruzione o ampiamento di impianti fotovoltaici.
Quanto alla
possibilità di trasferire a valle gli aumenti dei costi solo il 4% del
campione sostiene di essere riuscito a sopperire totalmente all'aumento delle
spese correnti grazie all'andamento dei prezzi di vendita più alti.
Ismea - comunicati stampa
Enrica Ruggeri, Vanna Sportelli, Andrea Festuccia - contatta via mail
Per informazioni riguardanti le agevolazioni alle imprese agricole si prega di contattare l'Ufficio relazioni con il Pubblico
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