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Roma, 3 settembre 2020
Nell'anno del Covid-19 il vino riparte dalla vendemmia 47,2 mln di ettolitri (-1%) ad alta qualità: la ricetta del vigneto-Italia per reagire alla crisi globale
L'Osservatorio del Vino ha presentato oggi in teleconferenza i dati delle previsioni vendemmiali 2020
Una
qualità delle uve buona se non ottima e in alcuni casi eccellente, per un'annata
che si preannuncia interessante. Una quantità in linea con quella dello scorso
anno (-1%, a 47,2 milioni di ettolitri) che mai come quest'anno risente della
congiuntura economica e della conseguente misura di riduzione volontaria delle
rese messa in campo dal Governo, oltre a quelle operate da molti Consorzi di
tutela. Una quantità che tuttavia dovrebbe consentire all'Italia di rimanere il
principale produttore mondiale di vino, seguita dalla Francia con 45 milioni di
ettolitri e dalla Spagna (42 milioni). È il quadro di sintesi, al netto di
eventuali ulteriori eventi climatici avversi, relativo alle stime vendemmiali
2020 elaborato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini e presentato oggi
nel corso di una conferenza stampa online a cui ha partecipato anche la
ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.
Secondo il dossier redatto
dal gruppo di lavoro congiunto, a una qualità alta e a una quantità leggermente
inferiore alla media dell'ultimo quinquennio (-4%) fa da contraltare la
particolare situazione economica internazionale, che registra una notevole
riduzione degli scambi globali di vino (-11% a valore e -6% a volume nel primo
semestre sul pari periodo 2019) e una contrazione, la prima dopo 20 anni di
crescita, delle esportazioni del vino made in Italy (-4% nei primi 5 mesi),
sebbene inferiore a quella dei principali competitor. Elementi questi che hanno
determinato difficoltà tra le imprese e un aumento seppure contenuto delle
giacenze dei prodotti a denominazione (+5% per le Do a fine luglio) con
conseguente limatura dei listini di Igt, Doc e Docg. In questo contesto
economico ancora difficile la vendemmia in corso rappresenta, per
caratteristiche quali-quantitative, una eccellente opportunità per la ripartenza
del prodotto Italia, a maggior ragione se sostenuto da una adeguata campagna
nazionale e internazionale di promozione del vino del Belpaese.
Per
il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella: "L'annata 2020 si presenta con
delle uve di ottima qualità, sostenute da un andamento climatico
sostanzialmente positivo, che non possono che darci interessanti aspettative
per i vini provenienti da questa vendemmia. Sotto il profilo fitosanitario - ha
proseguito Cotarella - i vigneti si presentano sani anche se le
precipitazioni degli ultimi giorni impongono un continuo monitoraggio da parte
dei tecnici per valutare l'accrescimento dei grappoli e il controllo dei
potenziali attacchi di patogeni. Intanto i primi riscontri analitici
evidenziano delle gradazioni medio alte e un buon rapporto zuccheri/acidità,
oltre ad un interessante quadro aromatico per le varietà bianche e tenori
polifenolici medio alti nelle uve a bacca rossa. Preludio di interessanti
e ottimi vini. L'alta qualità sarà elemento determinante per affrontare e
superare il difficile momento che il mondo del vino e in generale il sistema
produttivo mondiale stanno vivendo a causa dell'emergenza Covid".
"Il
settore vitivinicolo italiano ha dato prova di una straordinaria capacità di
ripresa e resilienza - ha dichiarato in conferenza stampa Raffaele
Borriello, direttore generale dell'Ismea - riuscendo a reggere l'urto di
questa crisi senza precedenti che si è abbattuta sul sistema produttivo
globale. Un sospiro di sollievo proviene sia dal cessato allarme dazi verso gli
Usa, che sta invece penalizzando i nostri concorrenti francesi e spagnoli, ma
anche da una vendemmia che per qualità e quantità risponde agli attuali bisogni
del settore. Desta naturalmente preoccupazione - ha concluso Borriello
-
la flessione sui mercati esteri, dopo 20 anni di crescita ininterrotta, e lo
spettro di una recessione economica
globale, ma il sistema vitivinicolo italiano appare solido e in grado di
tornare sui livelli a cui ci aveva abituato."
Per il presidente dell'Unione
italiana vini (Uiv), Ernesto Abbona: "Il bilancio previsionale della
vendemmia si annuncia positivo sia per la diffusa qualità delle uve, con
diverse punte di eccellenza, sia per una quantità leggermente inferiore allo
scorso anno che ci aiuterà a gestire il mercato in maniera equilibrata.
Premesse importanti per valorizzare i listini di un'annata produttiva che ci
attendiamo molto interessante. Adesso, quindi, diventa necessario sostenere la
ripresa dei mercati e del nostro export con nuovi investimenti, aumentando
per il prossimo triennio la dotazione dell'Ocm Promozione, orientando
adeguatamente le risorse e iniziative del "patto per l'export" e utilizzando
adeguatamente i fondi avanzati dalle ultime misure del governo a sostegno del
settore, vendemmia verde e distillazione di crisi".
"In
un anno normale, - ha detto Ignacio Sanchez Recarte, segretario
generale del Comité Vins (CEEV) intervenuto alla conferenza stampa con un
focus sull'andamento vendemmiale europeo - saremmo tutti concentrati nel
cercare di ottenere la stima più precisa della vendemmia, al fine di fissare
meglio i prezzi e programmare l'anno; tuttavia questo non è un anno normale e
la crisi del Covid-19 rimane per il momento il fattore più influente e
dirompente per le aziende vinicole. A livello UE, e grazie agli aumenti di
Spagna e Francia, - ha aggiunto Recarte - ci aspettiamo una vendemmia 2020
leggermente superiore (+5 Mhl) rispetto a quella del 2019 per i primi 5
produttori - Italia, Francia, Spagna, Germania e Portogallo - e vicina alla
media degli ultimi 5 anni. Con le giacenze di vino ancora relativamente
elevate, la vendemmia 2020 entrerà in un mercato ancora fortemente
caratterizzato dall'incertezza e dalla destrutturazione provocata dal Covid-19.
Ora sarà fondamentale concentrare tutti gli sforzi e le azioni sulla ripresa
dei mercati a livello UE e internazionale. Senza questa ripresa, più che mai,
la sostenibilità delle aziende vinicole dell'UE sarà a rischio".
La
geografia dell'annata produttiva vede in leggero incremento il Nord (+3% sul
2019) mentre al Centro e al Sud le quantità si dovrebbero ridurre
rispettivamente del 2 e del 7%. Il Veneto (+1%) rimarrà la prima regione con 11
milioni di ettolitri, seguita da Puglia (8,5) Emilia-Romagna e Abruzzo. Assieme
le 4 regioni sommano i 2/3 di tutto il vino italiano. Tra le principali aree
produttive, segno più per Piemonte e Trentino-Alto Adige (+5%), Lombardia e
Marche (+10%), Emilia-Romagna e Abruzzo (+7%). Calo della produzione invece in
Toscana e Sicilia (-15%), Friuli-Venezia Giulia (-7%) e Puglia (-5%).
Ad oggi,
3 settembre, è stato raccolto circa il 20% dell'uva.
Il
dossier "Previsioni vendemmiali 2020" di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana
Vini è stato elaborato in base alle rilevazioni dei rispettivi osservatori
territoriali, a valutazioni comparate delle indicazioni quali-quantitative e all'elaborazione
statistica rispetto alle serie storiche ufficiali degli anni precedenti.
Ismea - comunicati stampa
Enrica Ruggeri, Vanna Sportelli, Andrea Festuccia - contatta via mail
Per informazioni riguardanti le agevolazioni alle imprese agricole si prega di contattare l'Ufficio relazioni con il Pubblico
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