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Roma, 17 giugno 2020
Covid, ISMEA: per 2020 perdita di 34 miliardi di euro per spesa extra domestica, cresce di 10 miliardi di euro la spesa domestica
Il sistema agroalimentare italiano, inizialmente meno
colpito di altri settori dagli effetti del lockdown, potrebbe chiudere il 2020
con una penalizzazione significativa. I dati negativi sono influenzati dalla
chiusura pressoché totale, nei mesi precedenti, del canale della ristorazione,
così come dai contraccolpi sui flussi di esportazione.
Le stime del terzo Rapporto Ismea sulla domanda e
l'offerta dei prodotti alimentari nell'emergenza Covid-19 appena pubblicato
parlano chiaro e forniscono indicazioni sul cambiamento di alcuni comportamenti
d'acquisto: sul fronte del consumo alimentare extradomestico, la spesa delle
famiglie, nel 2019, ha sfiorato gli 86 miliardi di euro, con un incremento
reale sull'anno precedente dell'1,6%. A fronte di tale andamento decisamente
positivo, le prospettive dei consumi extra-domestici per tutto il 2020 sono
tutt'altro che incoraggianti: si può stimare prudenzialmente per il canale
Horeca un calo pari al 40%, per un ammontare che si aggirerebbe attorno ai 34
miliardi di euro di perdita. D'altro canto, parte di questi consumi sono
compensati dalla crescita delle vendite al dettaglio, che autorizzano a
prevedere, per il complesso del 2020, un aumento dei consumi domestici del 6%
circa rispetto al 2019. Date queste ipotesi, l'impatto complessivo sul totale
della spesa agroalimentare domestica ed extradomestica per il 2020
consisterebbe in una riduzione attorno al 10%, pari a un valore di circa 24
miliardi di euro.
Le vendite al dettaglio si mantengono sostenute anche
nella prima metà del mese di maggio. Nella settimana dall'11 al 17 maggio,
ossia quella in cui i decreti hanno permesso le prime riaperture e un minor
contenimento degli spostamenti, l'incremento della spesa per gli alimenti
confezionati su base annua segna ancora una crescita del +11% come media
nazionale.
Cambiano però le abitudini da parte dei consumatori: cala
l'acquisto di farina (da +142% a + 70%), pasta (da +24% a +4%) e uova (da+36% a
+17%), mentre gli affettati mantengono un +19%. Crescono invece gli acquisti di
"bollicine" che segnano un +20% e i vini a +15%.
Il latte a lunga conservazione rimane preferito a quello
fresco e segna un +7% (era a +23%). Torna vigorosa la voglia di risparmio, così
gli italiani tornano ai discount + 18% e anche gli ipermercati fanno segnare un
+3%.
Ismea - comunicati stampa
Enrica Ruggeri, Vanna Sportelli, Andrea Festuccia - contatta via mail
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