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Dicembre 2018
 

La competitività della filiera del frumento duro

Il presente Rapporto, che si inquadra nelle attività dell'Ismea per la Rete Rurale Nazionale 2014-20 sul tema della competitività delle filiere agroalimentari, si pone l'obiettivo di approfondire le principali criticità della filiera del frumento duro, oltre che i punti di forza, le opportunità e le minacce, affiancando alla consueta analisi dei dati settoriali i risultati di interviste dirette agli operatori agricoli del settore.
La produzione di frumento duro si colloca alla base della filiera della pasta, che, benché strategica per l'agroalimentare italiano, è caratterizzata da problematiche di ordine competitivo, strutturale e organizzativo. Fattori questi che molto spesso attivano, in una spirale negativa, la sequenza: bassa qualità - scarsa remunerazione - stasi o riduzione degli investimenti - abbassamento ulteriore della qualità. Conseguenza principale di questi problemi è la difficoltà di cogliere le opportunità - che pure ci sono - nell'ambito di questa importante filiera, non consentendo all'imprenditore agricolo un'adeguata valorizzazione sul mercato della propria produzione e il suo orientamento alla domanda delle industrie di trasformazione.
Nello specifico, la filiera del frumento duro è strutturalmente contraddistinta da un dualismo tra fase agricola e industriale; è quest'ultima a riscuotere l'apprezzamento dei mercati esteri per i prodotti trasformati. La materia prima, invece, è caratterizzata da un'offerta nazionale strutturalmente frammentata e incostante nel tempo, sia in quantità che in qualità. A questo si contrappone una lenta ma costante crescita dei quantitativi importati, caratterizzati perlopiù da partite di elevato livello qualitativo e da partite di grandi dimensioni qualitativamente omogenee, in grado di garantire un'adeguata organizzazione produttiva degli stabilimenti di trasformazione.
Tale fenomeno ha determinato una progressiva riduzione del tasso di autoapprovvigionamento nazionale della granella di frumento duro, nonostante per le importazioni sussistano alcuni limiti strutturali, essenzialmente di tipo logistico, con particolare riferimento allo stoccaggio della produzione nazionale, caratterizzato da centri di raccolta spesso obsoleti e di piccole dimensioni che non consentono la differenziazione della granella per partite qualitativamente omogenee e, quindi, la "conservazione" della qualità eventualmente prodotta in campo. I fondamentali che guidano il mercato, inoltre, sono regolati da variabili estremamente incerte e fortemente influenzate dagli andamenti internazionali delle commodity con interferenze anche di tipo finanziario e speculativo.
Il Rapporto è strutturato in 4 capitoli, cui seguono le conclusioni. Dopo la presente introduzione, il capitolo 2 offre un'analisi di contesto della filiera del frumento con informazioni di tipo strutturale ed economico. Nel capitolo 3 vengono illustrati i risultati emersi dall'indagine campionaria, mentre nel capitolo 4 si individuano, anche alla luce di quanto emerso precedentemente, i punti di forza e di debolezza, le minacce e opportunità della filiera. Nel capitolo delle conclusioni, inoltre, vengono proposte alcune linee di intervento, anche in riferimento alla nuova Politica Agricola Comune, per migliorare la competitività della filiera del frumento duro.