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Roma, 29 novembre 2018
 

Ismea: superfici di mais al minimo storico in Italia

Quasi dimezzate le coltivazioni di granoturco negli ultimi 20 anni, mentre aumentano quelle destinate alla soia.

Sono 614 mila gli ettari investiti oggi a mais in Italia, il punto più basso di una lunga tendenza flessiva che ha portato le superfici destinate a questa coltivazione, fondamentale per il settore zootecnico, a ridursi del 40% negli ultimi 20 anni. È quanto emerge dall'ultimo numero di "Tendenze" dell'ISMEA relativo ai settori del mais, soia e orzo.

Nel 1999, infatti, la coltivazione del mais in Italia interessava oltre 1 milione di ettari e garantiva una produzione di circa 10 milioni di tonnellate, coprendo quasi il 90% del fabbisogno nazionale. Oggi produciamo poco più di 6 milioni di tonnellate - più precisamente 6,2 nel 2018 - con un livello di importazioni più che quadruplicato rispetto a 20 anni fa. La nostra dipendenza dall'estero è aumentata esponenzialmente, passando dall'11% all'inizio del nuovo millennio al 47% nel 2017.

Le motivazioni del progressivo abbandono di questa coltura vanno ricercate innanzitutto nelle condizioni climatiche sempre meno favorevoli e negli alti costi di produzione che hanno spinto molti agricoltori a prediligere la soia, un'alternativa spesso più remunerativa rispetto al mais.

Nello stesso periodo infatti la produzione di soia è aumentata di quasi il 20%, crescita che comunque non ha consentito di soddisfare la crescente domanda interna il cui fabbisogno ha portato a un aumento dei flussi di quasi l'80% in 20 anni.

 

 

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